La lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, è un disturbo comune che coinvolge i muscoli e le ossa della schiena.
Nell’articolo di oggi. Il Dott. Riccardo Rota ci parlerà della lombalgia e di come può essere trattata con l’osteopatia.
Cos’è la lombalgia
La lombalgia indica un disturbo di carattere muscolo-scheletrico che interessa i muscoli e le ossa della parte inferiore della schiena, definita regione lombare.
In base alla durata del disturbo, la lombalgia può essere:
- Acuta, caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un forte dolore, che tende a risolversi generalmente nel giro di pochi giorni. Questa categoria viene comunemente chiamata colpo della strega, di fatto una contrattura muscolare causata da un movimento brusco o dall’aver sollevato un peso eccessivo;
- Subacuta, dove la persistenza del dolore si protrae per più tempo rispetto alla forma acuta, anche se scompare entro le 12 settimane;
- Cronica, che, nonostante il disturbo sia generalmente più sopportabile rispetto al dolore acuto, risulta essere la forma di lombalgia più invalidante perché permane per più di 3 mesi, compromettendo, nei casi più gravi, anche le normali attività quotidiane.
Le cause della lombalgia
Nella maggior parte dei casi, la lombalgia è causata da strappi e contratture muscolari, dovuti ad attività sportive o attività quotidiane che prevedono il sollevamento di pesi o continui movimenti rotatori del tronco.
Anche la sedentarietà e la mancanza di allenamento fisico possono portare a frequenti mal di schiena.
Il trattamento osteopatico della lombalgia
Il trattamento osteopatico prevede, inizialmente, la raccolta delle informazioni anamnestiche che permetteranno all’osteopata di poter capire la causa scatenante della lombalgia.
Successivamente, si passerà all’esame manuale della zona dolente che permetterà di valutare la consistenza tessutale e capire se sono presenti restrizioni del movimento. Come sempre, ogni paziente è unico, pertanto ogni trattamento sarà differente.
In generale, durante l’esame manuale, verranno valutati anche i distretti corporei vicini al rachide lombare (bacino, anca, articolazioni sacro iliache e rachide dorsale).
Si proseguirà con la valutazione di alcuni muscoli chiave capaci di creare sovraccarichi articolari collegati direttamente e indirettamente al rachide lombare come la fascia del pavimento pelvico o i muscoli legati alla fascia toraco-lombare.
Durante la valutazione verrà controllato il piede per trovare eventuali disfunzioni che potrebbero determinare un sovraccarico lombare e conseguente lombalgia.
Infine, si andrà a ridare mobilità ai segmenti in restrizione attraverso una serie di tecniche manuali sia dirette sul segmento in disfunzione, sia indirette su strutture più distanti, ma in connessione neurofisiologica diretta.