Nell’approfondimento odierno ci occuperemo dei dolori al polso, di quali possono essere le cause e di cosa è possibile fare per evitarli.

Il polso è quell’apparato osseo che unisce l’avambraccio alla mano. Si tratta di un complesso articolare composto da molte ossa: per la precisione sono 8 ossa sottili, che sono distribuite su due file parallele di 4 (il loro nome complessivo è “carpo”). Il carpo si trova nel mezzo fra il metacarpo (che compone le ossa della mano) e il radio (un osso dell’avambraccio). Ad unire e a permettere il movimento di queste strutture ossee sono numerosi legamenti. Uno dei più noti è il legamento carpale trasverso e quello dorsale. Spesso queste zone anatomiche sono interessate da patologie come il tunnel carpale. Scopriamo insieme al Dottor Riccardo Rota quali possono essere le cause dei dolori al polso e cosa è possibile fare per evitarli.

La composizione del polso

Il polso è un’articolazione straordinariamente mobile ma al tempo stesso straordinariamente delicata, è quindi normale che possa essere interessato da vari dolori; essi possono colpire:

• i tendini

• i legamenti

• le ossa

Quali sono le cause del dolore al polso? Sicuramente sono numerosissime e ciò crea parecchi problemi nel momento in cui si vuole identificare con esattezza la patologia che sta causando quei cocenti dolori che ci impediscono di lavorare o fare sport al nostro normale livello. Fra le cause del dolore al polso ricordiamo le più importanti:

• compressioni dei nervi

• artriti

• infiammazioni dei tendini

• rotture dei tendini

• fratture delle ossa

Dolori al polso, le possibili cause

Risulta possibile suddividere le cause del dolore al polso in due macro categorie:

• i traumi

• le patologie croniche

Fra i traumi più frequenti vi sono le distorsioni e le fratture, mentre fra le patologie croniche la sindrome del tunnel carpale e i vari tipi di artrite (artrite reumatoide, l’osteoartrite, la fibromialgia…)

Fratture e distorsioni

Un classico trauma del polso è dato dalle fratture o distorsioni che compaiono quando si impatta duramente sul terreno, ad esempio a causa della classica caduta.

Nello sport non si insiste mai abbastanza sull’importanza del cadere bene. A parte sport come il Judo e l’Aikido, nella stragrande maggioranza degli sport di contatto (rugby, pallacanestro, calcio) la caduta è vista come un inconveniente secondario rispetto a quello causato dall’impatto con l’avversario. Bisognerebbe quindi allenarsi a cadere bene e soprattutto a superare l’istinto di frenare la caduta con la mano.

Nella maggior parte dei casi, infatti, risulta molto più utile non bloccare la caduta col polso (che si troverebbe a dover sopportare buona parte del peso corporeo nel giro di mezzo secondo) bensì di accompagnare la caduta rotolando, senza opporsi ad essa, e scaricando quindi il peso del corpo sul terreno di gioco. Tale comportamento è purtroppo tutt’altro che istintivo e lo si può ottenere solo dopo lunghi ed assidui allenamenti.

Fra le fratture da caduta si ricorda specialmente la classica: quella dell’osso scafoide (chiamato anche osso navicolare del carpo), un osso appunto a forma di scafo navale che si trova alla base del pollice.

Anche la ripetizione ossessiva di alcuni movimenti, per quanto eseguiti in modo corretto, può portare alla frattura del polso. In questo caso si parla di fratture da stress e fortunatamente possono essere “prese per tempo” evitando un allenamento eccessivo (detto “superallenamento”) e eseguendo degli esercizi utili per migliorare la mobilità articolare.

Le artriti del polso

Come precedentemente suddetto esistono diverse artriti che possono coinvolgere il polso.

• l’artrosi o osteoartrite;

• l’artrite reumatoide.

L’artrosi provoca la lacerazioni di varie cartilagini delle articolazioni. Normalmente essa non colpisce il polso ma può comparire in seguito ad un trauma avvenuto tempo prima, magari proprio per un incidente sportivo. In questo caso è soprattutto l’area del pollice ad essere interessata dalla sofferenza.

L’artrite reumatoide è una malattia particolarmente grave in quanto è di tipo autoimmune. Ciò che avviene quindi è che il sistema immunitario rileva le articolazioni come se fossero delle strutture estranee, quasi degli agenti patogeni e le attacca, provocando la loro degenerazione. Purtroppo il polso è uno dei punti in cui l’artrite reumatoide si sviluppa con più frequenza, con tutte le conseguenze del caso.

A queste patologie si aggiungono poi la già citata sindrome del tunnel carpale e una fastidiosa ciste: la ciste gangliare del polso. Le cisti non sono particolarmente gravi in sé e per sé (si tratta di sacche piene di liquido simile a quello che lubrifica le articolazioni) ma se posizionate nella zona del polso possono provocare dei fastidiosi dolori. La ciste può comunque essere eliminata con una semplice operazione di chirurgia in day hospital.

Esiste un’altra patologia, decisamente più grave, che a volte colpisce il polso: la sindrome di Kienbock, che prende il nome dal radiologo austriaco Robert Kienbock che la scoprì nella prima metà del Novecento. Tale sindrome causa pericolose necrosi avascolari, da cui consegue l’assenza di rifornimento sanguigno e la rottura in frammenti di un osso del carpo, quello semilunare.

In cosa consiste il trattamento osteopatico per il dolore alla mano o al polso?

L’osteopata Riccardo Rota deve effettuare un’anamnesi, ovvero deve differenziare tra una lesione di un disco cervicale e la pressione sul nervo mediano nel tunnel carpale per comprendere quale trattamento può risultare maggiormente affine alle singole esigenze.

Si procede esaminando la mobilità delle articolazioni della spalla in giù, aggiustando eventuali disfunzioni o ipomobilità articolari. Infine passa in rassegna ogni muscolo della catena cinematica dell’arto superiore: per capire il suo livello di funzione e la sua integrazione coi sinergisti e antagonisti.

Vuoi saperne di più sui trattamenti di osteopatia al polso? Contatta il Dottor Riccardo Rota senza impegno per maggiori informazioni.

Dolori al polso, quali sono le cause e come evitarli
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