Ti è mai capitato di percepire una sensazione di bruciore allo stomaco, subito dopo aver terminato un pasto, oppure quando sei sdraiato? Magari accompagnato da rigurgito acido, tosse e raucedine. Si tratta di alcuni sintomi che spesso si riscontrano in caso di reflusso gastroesofageo.
In questo articolo il Dottor Riccardo Rota, osteopata e massoterapista di Milano, illustra quali sono le cause e come intervenire senza ricorrere continuamente a farmaci antiacido, grazie all’osteopatia, per ridurre il fastidio da reflusso gastroesofageo.
Cos’è il reflusso gastroesofageo?
Presentiamo innanzitutto che cos’è il reflusso gastroesofageo, ossia il reflusso di materiale gastrico in esofago. Si tratta di una condizione molto comune, che si manifesta generalmente in età adulta tra i 30 e i 50 anni, indipendentemente dal sesso.
Se il reflusso di materiale gastrico non è ricorrente, è raro che il paziente riscontri problematiche significative.
Se, invece, la risalita della secrezione acida dello stomaco entra di frequente in contatto con la mucosa esofagea, superata una determinata soglia, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Da che cosa è causato?
Sono diverse le cause che possono portare all’insorgenza di reflusso gastroesofageo.
Una delle più frequenti è legata alla debolezza dello sfintere esofageo inferiore, valvola posta tra esofago e stomaco che, in condizioni di normalità costituisce una barriera pressoria contro la risalita del materiale gastrico.
Nel caso in cui si verifichi un errato funzionamento della valvola, ecco che può presentarsi il reflusso di acido cloridrico, di bile e di cibo dallo stomaco nell’esofago. Situazioni patologiche come l’ernia iatale (condizione in cui si ha la dislocazione dello stomaco o, come avviene di solito, di una parte di questo nella cavità toracica attraverso lo iato esofageo del diaframma) possono contribuire al suo malfunzionamento.
Altre cause possono essere attribuibili al rallentamento dello svuotamento gastrico dovuto a sforzi fisici in grado di determinare un eccessivo aumento della pressione endoaddominale, pasti abbondanti, o all’assunzione di certe tipologie di alimenti(cibi grassi) così come altre sostanze quali il cioccolato, il fumo, il caffè o certi farmaci.
Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?
Tra i sintomi principali con i quali riconoscere il reflusso gastroesofageo ci sono indubbiamente bruciore e rigurgito.
La pirosi, cioè la sensazione di bruciore, è prevalentemente retrosternale.Si manifesta con maggior frequenza di solito circa un’ora dopo i pasti e, soprattutto in presenza di ernia iatale, è accentuata dal decubito (specialmente in posizione supina, tanto che il paziente è spesso costretto a dormire con due cuscini), dall’esercizio fisico (per esempio sollevando pesi) e dalla flessione del tronco in avanti. Nella maggior parte dei casi la sensazione di bruciore è accompagnata o anche sostituita da dolore crampiforme retrosternale.
Il rigurgito può essere postprandiale e, soprattutto, notturno. Frequente è anche la presenza di aerofagia.
I sintomi atipici associati alla malattia da reflusso gastroesofageo sono:
- difficoltà alla deglutizione
- nausea e difficoltà digestive
- tosse, raucedine e abbassamento della voce
- dolore toracico
- difficoltà respiratorie, asma
- singhiozzo
- insonnia
Prevenzione
Per ottenere dei miglioramenti sintomatici è fondamentale modificare lo stile di vita seguendo delle semplici regole:
- fare attenzione e limitare il consumo di alcuni cibi (cioccolata, caffè, menta, pomodoro, cipolle, bevande calde e gasate, cibi speziati)
- non sdraiarsi subito dopo i pasti
- alzare la testiera del letto di 20 cm
- non indossare vestiti troppo stretti
- ridurre grassi e fritti nella dieta
- evitare fumo e alcool
- perdere i chili in eccesso
Trattamento osteopatico in caso di reflusso
Dopo aver condotto un’attenta anamnesi per individuare le probabili cause del disturbo, il Dottor Riccardo Rota si avvale dello screening fisico per trovare aree disfunzionali correlate al problema.
Lo scopo del trattamento osteopatico per il reflusso gastroesofageo è quello di:
- migliorare la funzionalità dell’area gastro-esofagea;
- ripristinare eventuali scompensi pressori tra le cavità corporee intercettando e risolvendo eventuali disfunzioni diaframmatiche;
- normalizzare l’attività del sistema nervoso autonomo e della circolazione veno-linfatica;
- interagire con le disfunzioni somatiche correlate al sintomo e non, in modo da ripristinare la capacità di autoregolazione dell’organismo.
Come spesso accade durante il trattamento potrebbero essere eseguite tecniche su strutture apparentemente slegate dal problema, ma che nel sistema funzionale del paziente potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel mantenimento della sintomatologia.
Nei casi in cui la risoluzione non può essere garantita per presenza di condizioni di competenza prettamente medica (come helicobacter pilori, ulcere gastriche ecc.), l’osteopatia può essere un valido supporto per affrontare al meglio l’iter medico tradizionale.